Cenni storici
Situato sulla sommità di una collina meridionale dell’anfiteatro Morenico di Ivrea, si ritiene che il luogo fosse già sede di un insediamento romano (molti reperti fittili) in quanto sulla via per accedere ad Eporedia (Ivrea). Il nome stesso sembra derivare dal nome gentilizio Mercinus o Mercinius.
Il primo documento storico risale a 1142, quando un certo Guglielmo Borgio di Mercenasco giura fedeltà alla città di Vercelli. Sembra che esistesse un ricetto con relativo castello (prime notizie risalgono al XII sec., ma alcuni studiosi ritengono addirittura che la sua edificazione risalga all’anno Mille.
Nel 1118 i feudatari, per ordine del marchese Bonifacio del Monferrato, rigettarono l’antico legame con Vercelli giurando fedeltà al comune di Ivrea.
Dal 1280 è documentata la consignoria dei Valperga di Mazzè, che esercitano la giurisdizione insieme ai Valperga di Mercenasco.
Nel XIV secolo, quando le mire espansionistiche dei Savoia e dei Monferrato sfociano in un lungo conflitto che devasta l’intera regione e vede schierati da un lato i Conti di San Martino, forti esponenti del partito guelfo dei Savoia, e dall’altro i ghibellini Conti di Valperga, legati ai Monferrato, il ricetto e castello di Mercenasco, che nel 1332 era stato infeudato dal marchese di Monferrato ad Antonio e Carlo Valperga di Mazzè, vengono incendiati e saccheggiati.
Il borgo passa ai Savoia nel 1338, ma solo nel 1355 viene riconfermato da Carlo V ai Monferrato, i quali costruiscono una fortezza difensiva della quale rimangono tracce fino alla fine del 1400.
Nel 1476 vengono investiti della metà del feudo e del castello i Valperga di Masino, che ne ottennero la totale giurisdizione solo nel 1538 estromettendo l’altro ramo dinastico, ovvero i Valperga di Mercenasco.
Con il trattato di Cherasco nel 1631 avviene la completa sottomissione alla famiglia Savoia, che cede il feudo nel 1646 al presidente e generale delle finanze Gaspare Graneris de la Roche.
Nell’Ottocento la famiglia Graneris si estingue, il castello risulta gravemente danneggiato dalle invasioni napoleoniche quando viene acquistato dal conte Alessandro Compans di Brichanteau che ne inizia una lunga trasformazione portata poi a termine da suo figlio Carlo nel 1925.
Infatti l’architetto Chevalley all’inizio del Novecento trasforma l’antico castello secentesco in dimora signorile modificandone completamente la struttura a ferro di cavallo; infatti viene alzata la Torre creando uno spettacolare ambiente a loggiato, viene creato il grande salone d’ingresso e vengono allineante le facciate per uniformare la facciata a levante. Inoltre vengono edificate le serre e l’intera decorazione araldica delle facciate mantenendo ben visibili le antiche scarpature del castello secentesco.
Sulla facciata d’ingresso si trova il grande stemma dei Brichanteau, sotto al quale si trova quello dei Sannazaro.